Dedicato a padre
Eugenio M. Casalini (1923-2011) per una promessa
Il sito non ha nessuna relazione con la comunità religiosa che risiede nel convento della SS. Annunziata.
Chi desidera contattarla, può farlo tramite i modi da essa indicati.
Una bella immagine dell'Assunzione di Maria del secolo XVII-XVIII di autore ignoto, situata nel convento
San Filippo e il lebbroso
San Filippo fu mosso a compassione nel vedere un lebbroso mendicare presso il villaggio di Camigliano di Montalcino.
Andò in disparte, si levò il tonachino (la camicia di lana bianca) e lo dette al lebbroso dicendo le parole apostoliche:
Argentum et aurum non est mihi, quod autem habeo hoc tibi do
- L’argento e l’oro non sono con me, ma ciò che io ho, ti dò -
Appena il lebbroso fu vestito con il tonachino, la malattia scomparve dal suo corpo.
San Filippo il pane e l'acqua
Un angelo conduce S. Filippo e il compagno, in viaggio nelle Alpi di Savoia, verso una capanna dove i due frati troveranno pane e acqua.
Il Santo ha pregato così per il compagno che la fame ha reso disperato:
Signore Dio Padre Onnipotente, che desti da mangiare al tuo popolo e non cessi di nutrire tutte le tue creature ...
Il dono dell’acqua nel deserto ha un grande valore nei testi sacri e nell’insegnamento cristiano.
Come ricorda già il Vecchio Testamento, a Mara, dopo tre giorni di marcia,
gli Ebrei fuggiti dall’Egitto, trovarono dell’acqua che Mosè purificò con un legno gettato nel pozzo (Es 15, 22-26).
Nell’oasi di Elim gli Israeliti contarono dodici sorgenti (15, 27); sull’Oreb
sempre Mosé percosse una roccia con il bastone con cui aveva aperto il Mar Rosso e ne fece sgorgare acqua (17, 1-7).
In una variante del racconto (Numeri, 20 1-11) Mosè domandò alla roccia di dare le sue acque, prima di colpirla con il bastone.
Mosè prefigura il Cristo che sazia la sete spirituale dell’uomo. Giustino nel II secolo scrisse: il Cristo ha fatto scaturire da Dio una fonte di acqua viva nel deserto della conoscenza di Dio che era la terra dei pagani ...
San Filippo Benizi, Santo Padre dei Servi, fu priore generale dell'Ordine dei Servi di Maria dal 1266 all'anno della morte, avvenuta nell'ottava dell'Assunzione del 1285.
La festa liturgica è celebrata dall'Ordine il 23 agosto.
IL culto a S. Giuliana Falconieri
S. Giuliana, ricordata per la sua devozione alla Madre del Signore e all’Eucarestia, morì il 19 giugno 1341.
Venne beatificata nel 1678 e canonizzata da Clemente XII nel 1737.
Il suo corpo si trova alla SS. Annunziata nella cappella del SS. Sacramento, un tempo patronato della famiglia Falconieri.
L'ostia assunta nel petto
L'ostia, che nel santino riprodotto sopra, la santa mostra di accogliere in sé, richiama alla
mente il miracolo avvenuto prima della morte.
Non potendo essere assunta con la bocca a causa della malattia, essa le si posò sul petto e scomparve nel
corpo.
In morte di Beatrice
Levava gli occhi miei bagnati in pianti,
e vedea, che parean pioggia di manna,
li angeli che tornavan suso in cielo,
e una nuvoletta avean davanti,
dopo la qual gridavan tutti: - Osanna;
e s’altro avesser detto, a voi dire‘lo.
Allor diceva Amor: - Più nol ti celo;
vieni a veder nostra donna che giace. -
Lo imaginar fallace
mi condusse a veder madonna morta;
vedea che donne la covrian d’un velo;
ed avea seco umilità verace,
che parea che dicesse: - Io sono in pace.
Il dubbio dell'angelo
«Il comandante in capo delle schiere celesti, ricevuto comando d’amore per l’uomo, si affrettò a presentarsi alla Vergine, come sta scritto.
Giunto a Nazaret, davanti alla casa di Giuseppe, si fermò attonito al pensiero che l’Altissimo volesse discendere tra gli umili e diceva:
‘L’intero cielo, con il suo trono di fuoco, non è sufficiente ad accogliere il mio Signore, come sarà accolto da questa povera fanciulla?
Il Terribile da lassù si farebbe visibile in terra? Ma certo sarà come egli vuole!
Quindi, perché mi fermo e non volo e non dico alla Vergine: Ave, Vergine e Sposa?’»
(dalla liturgia bizantina)
Gli Ordini religiosi dalla Spe Salvi di papa Benedetto XVI
Bernardo di Chiaravalle, che con il suo Ordine riformato portò una moltitudine di giovani nei monasteri, aveva su questo una visione ben diversa.
Secondo lui, i monaci hanno un compito per tutta la Chiesa e di conseguenza anche per il mondo.
Con molte immagini egli illustra la responsabilità dei monaci per l'intero organismo della Chiesa, anzi, per l'umanità ...
I contemplativi – contemplantes – devono diventare lavoratori agricoli – laborantes –, ci dice. La nobiltà del lavoro, che il cristianesimo ha ereditato dal giudaismo, era emersa già nelle regole monastiche di Agostino e di Benedetto.
Bernardo riprende nuovamente questo concetto.
I giovani nobili che affluivano ai suoi monasteri dovevano piegarsi al lavoro manuale. Per la verità, Bernardo dice esplicitamente che neppure il monastero può ripristinare il Paradiso; sostiene però che esso deve, quasi luogo di dissodamento pratico e spirituale, preparare il nuovo Paradiso. Un appezzamento selvatico di bosco vien reso fertile –
proprio mentre vengono allo stesso tempo abbattuti gli alberi della superbia, estirpato ciò che di selvatico cresce nelle anime e preparato così il terreno, sul quale può prosperare pane per il corpo e per l'anima. Non ci è dato forse di costatare nuovamente, proprio di fronte alla storia attuale, che nessuna positiva strutturazione del mondo può riuscire là dove le anime inselvatichiscono?
(13-15).
Anonimo senese, San Filippo mediatore di salvezza, 1346, Todi, già nel convento di San Marco dei Servi di Maria.
La Madonna dà una rosa al b. Francesco Patrizi (Siena).
Fratelli, se con Cristo siete risuscitati,
cercate le cose di lassù, ove sta Cristo che siede alla destra di Dio;
occupatevi delle cose di lassù e non di quelle di questa terra.
Poiché voi siete morti (a questo mondo) e la vostra vita è nascosta con Cristo.
E quando apparirà Cristo, che è la vostra vita,
allora anche voi comparirete con lui nella gloria.
Madonna della Santoreggia di Montepulciano.
La SS. Annunziata di Firenze in una tela d'altare
nella chiesa dei Servi di Maria della città di Innsbruck (Austria).
La SS. Annunziata in una vetrata
della chiesa Primaziale di Arles in Provenza (Francia).