La SS. Annunziata di Firenze

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La PIAZZA DELLA SS. ANNUNZIATA
DI FIRENZE


La piazza della SS. Annunziata di Firenze e le vie prossime (breve storia)

Nella prima metà del ‘400 la Piazza della SS. Annunziata veniva detta Piazza dei frati dei Servi ed era il risultato dell’ urbanizzazione iniziata dai religiosi alla metà del ‘200 con la compera dei campi e delle case del Cafaggio fuori della porta di Balla.
La forma nel ‘400 doveva essere pressappoco il rettangolo che vediamo oggi, più ampio nel lato a nord-est, quello dell’Annunziata.

Il lato a nord est. Faceva parte di questo lato anche la via vecchia che nel 1256 veniva da Porta di Balla verso Fiesole, e che più tardi fu detta la via dell’orto dei Servi perché costeggiava il cimitero e le mura dell’orto dei religiosi. Nel 1323 presso l’orto si trovava anche il palazzo degli eredi di Piero Guadagni e nel ‘400 dietro alle mura sono ricordate le case dei Borgianni. Nel 1454, al posto del cimitero, fu costruito dai Pucci un oratorio per cui la via fu detta via di San Sebastiano. Oggi è la via Gino Capponi.
Una seconda via o viottola nel ‘200 passava davanti la chiesa e alla sua sinistra volgeva a nord: chiamata chiassuolo nel 1345, fu comperata dai Servi ed inglobata nel complesso dell’Annunziata.

A nord ovest. La viottola proseguiva verso il monastero di San Marco prima dei padri Silvestrini (1299) e poi dei Domenicani (1436). ll suo lato orientale era occupato dal convento dei Servi e da vari campi, sopra i quali nel ‘400 lu edificato il palazzo della Sapienza, un collegio per studenti poveri voluto da Niccolò da Uzzano (amico dei nostri religiosi). La costruzione fu sospesa nel 1434 da Cosimo de Medici il Vecchio diventato signore di Firenze.
Nel 1561 vi si trovarono le Regie Stalle e il Serraglio dei leoni.
Nella parte occidentale della strada correvano le mura dell’ospedale di San Matteo detto di Lelmo (sec. XIV). Piegavano poi ad angolo e costeggiavano il lato nord ovest della Piazza, dove, tra 1516 e 1525 fu costruito il loggiato della confraternita dei Servi, simile a quello degli Innocenti.
La via verso San Marco fu chiamata per molto tempo via della Sapienza e oggi è via Cesare Battisti sulla quale si affacciano l’Istituto Geografico Militare e l’Accademia di Belle Arti. Tra convento e Istituto Geografico si vede lo stemma di Niccolò da Uzzano.


A sud ovest. Alle fine delle mura dello spedale di San Matteo la Piazza piegava verso est. Abbastanza ordinata, era il risultato delle compere di terra che nella seconda metà del ‘300 i Servi avevano fatto dal monastero di San Niccolò di Cafaggio (oggi conservatotio musicale Cherubini) e dagli Alfani per ampliarla.
La Piazza era stata misurata nel 1373. Le case prossime, tra ‘300 e ‘400 appartenevano ai della Lastra, ai Parenti, ai Lapini, ai Dangeni, ai della Stufa.
In una di queste case visse anche Matteo di Piero, già frate dei Servi e vescovo di Cortona dal 1426. La casa, per testamento, fu ceduta ai nostri religiosi; prima del 1477 vi dimorò Mariano Salvini, altro frate dei Servi e primate di Cortona.
Nel 1454 i Pucci, per non andare in giudizio sull’eredità del padre maestro Michele († 1441), fecero convenzione con il convento di edificare in questa parte della Piazza cinque case. Nel 1525 quella d’angolo con via dei Servi era affittata proprio ai Pucci; nelle case adiacenti invece abitavano i Benintendi ceraioli, i Borella e altri. Altre due case del convento nuove erano stale appigionate a Giovanni Tedaldi e ad Antonio e Filippo dei Borromei milanesi.
Circa alla metà del ‘500 Ugolino Grifoni spedalingo di Altopascio riunì queste case nel palazzo omonimo (oggi Budini Gattai). Nel loggiato vicino invece si trovarono gli oratori di San Filippo Benizi (già Buca di San Girolamo) e di San Francesco Poverino (tutt’ora aperto).
La vicina via dei Servi nei ‘400 era in parte lastricata. Vi era ricordata la casa di monna Lionarda, lasciata al nostro convento per testamento e affittata nel 1438 a Michele tessitore di drappi.
Anche nella parallela via dei Fibbiai, tracciata dai frati nel 1318, si trovavano alcune loro case. L’edificio prossimo alla Piazza, ampio e su due piani, era riservato alle converse e alle parenti povere dei frati, o ai religiosi ammalati gravemente.
Ne1 1402 era nota come casa di fra Stefano Benucci che ne fu usufruttuario; dal 1406 come quella di fra Michele Bizi, per la stessa ragione.
Nel 1434 vi abitò anche ser Domenico prete di San Lorenzo.
Altre modeste case dei frati in via dei Fibbiai furono concesse dalla comunità dell’Osservanza ad alcuni religiosi che facevano parte dei conventuali cacciati da Santa Maria il 12 agosto 1441.
Via dei Fibbiai inoltre ospitava le case del tintore Michele di Beco e dei frati camaldolesi, che nel 1450 locarono una delle loro a Caterina conversa dei Servi.

A sud est. In questa parte della Piazza si trova il complesso degli Innocenti, disegnato dal Brunelleschi, fondato sul terreno comprato da Rinaldo degli Albizi nel 1419 e completato negli anni ‘40 del secolo. Qui forse fu anche la cosiddetta piazza vecchia del Tiratoio (1441) che risultava acquistata dai Servi da quelli del Palagio e che poi venne venduta forse proprio per la costruzione dell’orfanotrofio. Certamente ci fu un legame fra queste famiglie perché nella seconda metà del ‘300 Niccolosa degli Albizi sposò Guido di messer Tommaso del Palagio benefattore dell’Annunziata.
Costeggiava gli Innocenti la via del Rosaio (via della Colonna). Tracciata dai Servi assieme a via dei Fibbiai (1318), nel ‘400 essa si snodava tra muraglie e campi, ed era all’inizio del vasto quartiere cittadino di Borgo Pinti.

[P.I.M., marzo 2004 - 11 ottobre 2024]


Il testo in PDF con le fotografie e le didascalie




Una piazza unica al mondo, nata insieme al suo Santuario

La piazza ci accoglie nella sua armoniosa bellezza rinascimentale, unica al mondo.
Essa non è soltanto un capolavoro d’arte ma anche una viva e compiuta espressione dell’ equilibrato sentimento religioso di Firenze.

La Piazza della SS. Annunziata nasce insieme al Santuario. Tracciata dal Comune la strada (l’attuale via dei Servi) che dalla Porta di Balla conduceva a S. Maria di Cafaggio, i frati pensarono di comprare del terreno per spianare una piazza davanti alla loro chiesa. Nel 1298 i Priori della città permisero che a tale scopo, nuovo terreno si espropriasse e nel 1299 aiutarono i Servi di Maria con 400 fiorini affinché la compera fosse effettuata.



Ma la forma odierna della piazza fu ideata verso il 1419 dal grande Brunelleschi, anche se poi egli innalzava solo il portico e l’ospedale degli Innocenti che vediamo a destra di chi guarda la Basilica. Questo portico è uno dei primi documenti rinascimentali del Brunelleschi e uno dei tanti capolavori dell’artista. È formato da nove arcate (le due estreme sono di Francesco della Luna, sec. XV) leggere e ariose, sorrette da colonne di ordine corinzio. Tra i pennacchi. degli archi, dieci tondi di Andrea della Robbia recano i famosi Puttini in fasce, su fondo azzurro (1463 ca). Una base di nove gradini, regge il portico e una fila di finestre dal timpano classico chiude l’edificio.



Il portico che continua l’architettura della piazza dalla parte opposta all’Ospedale degli Innocenti, fu costruito da Antonio di Francesco da San Gallo e Baccio d’Agnolo (1516-1525). I tondi sopra i pennacchi degli archi, portano lo stemma con giglio ad ‘’esse’’, proprio del Convento dell’Annunziata.

In angolo con via dei Servi e con questo lato della piazza, Bartolommeo Ammannati progettava il palazzo Grifoni (oggi Budini Gattai), primo tentativo in Firenze di combinazione coloristica con pietra serena e mattone.



Al posto di questo palazzo erano prima le case dei Ricci, dove si dice sia morta S. Giuliana Falconieri e dove è certamente nata S. Caterina dei Ricci.

Un tempo, al posto della grande statua equestre, s’innalzava una croce. Questa statua che rappresenta Ferdinando I di Toscana, è opera del Giambologna (1608) e venne fusa con metalli del bottino di guerra, conquistato ai Turchi dalle galee dei Cavalieri di S. Stefano.

Le due bizzarre fontane, opera di Pietro Tacca discepolo del Giambologna, erano destinate al porto di Livorno, ma il Granduca Ferdinando II  volle che fossero collocate in questa piazza.