La SS. Annunziata di Firenze
UN PO' DI MUSICA ALL'ANNUNZIATA
Lauda, ars nova, cappella musicale di
p. Valente M. Gori
L'ultimo canto della cappella (1969) e il
maestro Silvio Masini
I novizi dei Servi di Maria e la devozione
a Maria
Lauda antica all'Annunziata (eseguita il
10 marzo 1999) vedi
L'ora della Desolata nel 1859
Il felice parto e il Te Deum nel 1822 per
la nascita di Maria Carolina figlia dell'arciduca Lepoldo e
dell'arciduchessa Maria Anna Carolina di Toscana. I musicisti presenti
... vedi
Un musicista-soldato all'Annunziata
nel 1945 «Un fiore dal giardino di Firenze» di Max Vernon Exner («Una
messa intera») ... vedi
Eugenio M. Casalini, Le Messe di San
Gregorio per Arrigo Isaac musico (1533) vedi
Paola Ircani Menichini, Il musicista
Giuseppe Ceccherini nel ricordo della morte (1899)
vedi
Luigi Palafuti organista e la lapide
nel Chiostro Grande ... vedi
Frati musicisti dei nostri tempi all'Annunziata – il padre Valente M. Gori
Nato il 15 ottobre 1921 a Torri di Rignano sull'Arno, provincia di Firenze, diocesi
di Fiesole, figlio di Settimio e Giulia Gerini, entrò adolescente nel collegio
de La Poggerina, dove compì gli studi medio-ginnasiali. Novizio a Montesenario
il 25 ottobre 1936, emise la prima professione il 28 ottobre dell'anno
successivo. Frequentò il corso filosofico in Firenze e quello teologico a Roma,
nel collegio S. Alessio, dove professò solennemente il 5 novembre 1942. In
attesa della ordinazione presbiterale, tornò in Provincia e fu mandato ad
insegnare nel collegio de La Poggerina e vi restò anche dopo l'ordinazione
avvenuta il 18 maggio 1944.
Nel
1946 tornò a Roma, dove frequentò l'Istituto di Musica Sacra e fu aiutante di
Segreteria nella Curia dell'Ordine a San Marcello. Nel 1949 fu chiamato a
dirigere la cappella musicale della SS. Annunziata in Firenze. Dopo un breve
periodo trascorso in Inghilterra per apprendervi la lingua inglese, tornò alla
SS. Annunziata, dove continuò ad occuparsi di musica, insegnando anche ai
giovani professi ivi residenti. Vi ricoprì anche l'ufficio di economo
conventuale e in quanto tale dovette seguire i lunghi e ingenti lavori di
restauro dello storico e antico convento.
Finito
il Concilio e iniziata la riforma liturgica, nel 1963 passò nel convento dei
Sette Santi in Firenze e nel 1966 in quello di Ponterosso (Figline Valdarno);
qui riprese l'attività musicale curando un piccolo coro, cercò di sviluppare
alcune opere ricreative e caritative e si dedicò ai lavoro manuale di
imbianchino e di coltivatore di fiori. Nel 1978 - avendo la Provincia
riconsegnato al Vescovo la parrocchia di Ponterosso - si trasferì con gli altri
due frati della comunità a La Poggerina, dove continuò il lavoro
manuale-agricolo e sviluppò la sua attività musicale con il complesso vocale
'Pro Musica", che si esibì in molti concerti (laudi medievali,
composizioni rinascimentali, oratori sacri di Carissimi, Palestrina, Monteverdi,
ecc) offerti in varie occasioni e in più luoghi, nei nostri conventi e
soprattutto nella zona di Greve in Chianti.
Morì
l'11 agosto 1999, nell’ospedale di Figline Valdarno (FI), all’età di 77
anni (61 di vita religiosa). Le esequie ebbero luogo nella Chiesa de La
Poggerina, presenti con il Vicario generale e il Priore provinciale, molti frati
della Provincia, numerosi sacerdoti, tra cui il fratello Don Luigi, gli altri
fratelli e familiari, i suoi cantori" e numeroso popolo che lo aveva
conosciuto e apprezzato. Il Vescovo di Fiesole che presiedette la Messa
esequiale ricordò con riconoscenza, del padre Valente, la famiglia di origine
che ha dato alla Chiesa due sacerdoti, e il lungo, più che trentennale, servizio alla Chiesa fiesolana,
sottolineandone, oltre che l'impegno musicale, la sensibilità caritativa che si
concretizzava in frequenti gesti di generosità: in ciò si è manifestata la
sua identità di Servo di Maria che - secondo il racconto della
Visitazione - si è messa a servire e ha lodato il Signore cantando con il cuore
il Magnificat.
Fra Valente M., dotato di particolari qualità di mente e di cuore, di eminente
intuito artistico, ha servito l'Ordine e la Chiesa mettendo a frutto i suoi
talenti. Moltissime persone dentro e fuori dell'Ordine hanno goduto dell'arte
musicale da lui coltivata. Religioso artista", sapeva scorgere nelle persone e
negli avvenimenti aspetti, finezze, problematiche, che poi cercava di comunicare
agli altri come un pressante bisogno. Religioso per certi aspetti;inquieto e
battagliero", ha cercato di realizzare nuove forme di testimonianza religiosa,
impegnandosi nel lavoro manuale e ad essere vicino alla gente del luogo,
prestando attenzione ai suoi problemi e offrendo aiuto quando necessario. La
testimonianza della povertà è stata per lui un assillo che non lo ha lasciato
mai tranquillo.
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