Nel 2019 è stato pubblicato nel “Journal of Early Modern Studies”, n. 8,
pp. 69-132, il saggio di Paola Ventrone Acting and Reading Drama: Notes
on Florentine sacre rappresentazioni in Print (Recitazione e lettura di
drammi: note sulle rappresentazioni sacre fiorentine a stampa).
L’autrice indaga il complesso legame tra le scene delle sacre rappresenta-
zioni, recitate dagli interpreti, e il cambiamento avvenuto nell’uso dei testi
dei drammi alle origini dell’industria tipografica italiana, quando questi
vennero letti anche come libri. Successivamente tale genere di pubblicazio-
ne conobbe gran diffusione e si caratterizzò come un fenomeno di lunga
durata. In essere dagli ultimi due decenni del secolo XV quasi fin quasi al
XIX, assunse un carattere sempre più decisamente popolare ed ebbe un
seguito al pari delle leggende agiografiche e degli almanacchi.
Almeno fino alla metà del XVI secolo tuttavia la stampa delle sacre rap-
presentazioni fu solo un limitato evento locale fiorentino e in altre parti
d’Italia si manifestò raramente e a posteriori. I titoli riguardarono alcune
opere del poeta drammaturgo Feo Belcari, la Passione rappresentata dalla
compagnia del Gonfalone, composta in ottava rima da Giuliano Dati, Ber-
nardo di Antonio e Mariano Particappa, e poche altre soprattutto in città
vicine come Bologna o Perugia.
Fu solo dopo la metà del XVI secolo – scrive l’autrice –, quando Siena
divenne parte del ducato toscano, che le sue prolifiche tipografie integraro-
no le edizioni di Firenze. Questo perché, sulla riva dell’Arno, la prima stam-
peria fu fondata nel 1471 con leggero ritardo rispetto alle altre parti d’Italia
e visse dapprima un periodo stentato. La situazione migliorò notevolmente
con l’avvento di frate Domenico da Pistoia, attivo soprattutto nel genere
popolare, e di Niccolò di Lorenzo da Breslavia che ebbe contatti con Ber-
nardo Machiavelli padre di Niccolò. Ma sia la stamperia del monastero di
Sant’Iacopo a Ripoli che quella di Niccolò polacco nelle loro prime stampe
non inclusero rappresentazioni sacre.
Sacre commedie e tipografie
Occorre andare al 1490 per trovare
tale genere letterario negli incunaboli
usciti dalla tipografia del bolognese
Antonio Miscomini che pubblicò tre-
dici testi in due volumi “in quarto”, il pri-
mo contenente nove spettacoli, il secon-
do quattro. Non c’erano illustrazioni. In-
clusero l’intera produzione conosciuta di
alcuni scrittori fiorentini di successo
come Antonia Tanini e il coniuge Ber-
nardo Pulci.
L’impresa ebbe fortuna, ebbe delle rie-
dizioni e fu ripresa da Bartolomeo de’
Libri che ristampò cinque drammi ri-
manenti delle due antologie di Misco-
mini e altri ventuno, inediti e tratti da
opere più vecchie diffuse in forma di ma-
noscritto. Tra 1490 e 1495 solo due tipografie avevano pubblicato non meno
di cinquanta rappresentazioni sacre con aggiunte le illustrazioni.
Nei decenni successivi il modello fu riproposto sotto il governo di Soderi-
ni (1502-1512), anche se con minore intensità, al tempo dei Medici tornati
a Firenze e durante i pontificati di Leone X e Clemente VII, allorché vi fu un
risveglio nelle edizioni del genere. Ciò fu dovuto principalmente ai soci ti-
pografi della Compagnia del Drago Antonio Tubini e Andrea Ghirlandi,
che lavorarono spesso su commissione di Francesco di Giovanni Benvenu-
to, editore tra l’altro delle nuove opere del prete empolese Castellano Ca-
stellani.
Dopo il Concilio di Trento le commedie sacre nei libri conobbero un’ulte-
riore crescita soprattutto per opera della tipografia Giunti con tre volumi
del 1555, 1560 e 1578.
Loro destinazione principale furono i conventi delle suore ... A questo
proposito lo studio di Paola Ventrone trascrive a p. 76 un brano interessan-
te, se non gradevole, per chi volesse conoscere la religiosità dell’epoca, in-
centrata sul pensiero della brevità del pellegrinaggio della vita, così tanto
dubbioso da sentire la necessità di conoscere una via diritta e sicura. Poi-
ché da parte delle suore non si potevano leggere sempre libri spirituali, ecco
che diventava opportuno qualche “honesto libro” utile a dar loro consola-
zione:
“Quanto sia necessario alla rational creatura conoscere la diritta & sicura
via di questo nostro corto & dubbioso pellegrinaggio, per venire a quel desi-
derato fine dove tutti intendiamo, non è niuno, ch’io mi creda così poco
amorevole di se stesso & della salute dell’anima sua, il quale chiaramente
nol sappia. Et chi a ciò non pensa se non sempre, bene spesso almeno, non
si puo dire, né ch’egli tema Dio, ne ch’egli ami se medesimo. Nasce dunque
questo lodevole pensiero in noi princi-
palmente dalla assidua oratione, & dal-
la lettione delle cose sacre. Ma perche
altri non può di continua orare, né sem-
pre attendere a leggere libri spirituali,
ho piu volte pensato fra me medesimo
che non disconverrebbe punto alla san-
tissima professione di tutte le Vergini
dedicate al servigio di Dio, l’havere
talhora alle mani qualche honesto libro
da pigliare con esso consolatione di spi-
rito. Però prima a honor di Dio, & poi a
sodisfattion vostra, ho procurato di ri-
durre insieme buona parte di Rappre-
sentationi & feste di Santi & Sante altre
volte stampate, e alcune anchora non
più poste in luce. Et servirà come io avi-
so, questa mia raunanza, perche deside-
rando le persone religiose in qualche tempo dell’anuo [= anno] pigliare un
poco di ricreatione, habbin cagione di recitare & leggere alcuna di queste
rappresentationi poste sul presente libro, le quali, per esser tutte cose spiri-
tuali & vere, insegneranno loro buoni esempi. Onde elle s’ingegneranno di
caminare per la via che fu guidato al cielo quel Santo o Santa che rappre-
senteranno. Cosl facendo, che a Dio piaccia, verran[n]o ancho a fuggire
l’occasione di recitar comedie, le quali il più delle volte recano danno al-
l’anima, e al corpo. Et sì come al presente ho raccolto insieme il primo libro,
spero fra poco tempo di raunarne dell’altre, & farne il secondo volume a
laude & gloria di Dio.
II quale vi degnerete pregar per me, che ogn’ora m’inspiri a far cosa che
sia di suo Santo servitio”.
(Il primo libro di rappresentationi et feste 1555, f. 1a r-v).
Paola Ircani Menichini, 8 febbraio 2020. Tutti i diritti riservati.
Le fotografie:
“Rappresentazione dell’Annunciazione, fece stampare Maestro Francesco di Gio-
vanni Benvenuto”, circa 1495, da P. Ventrone, cit. p. 125.
Antonia Tanini Pulci, Rappresentazione di santa Domitilla, circa 1495, da Wikipe-
dia.