La SS. Annunziata di Firenze 

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Le lunette di Giovanni di Cornelio tedesco

 

 

 Sull'attribuzione della pittura delle due lunette delle cosiddette scale buie del convento a Giovanni di Cornelio tedesco riportiamo quanto scritto sul periodico La SS. Annunziata, XXVII, n. 4, luglio agosto 2007.

 

A proposito di Paolo Uccello all'Annunziata? (attribuzione a Giovanni di Cornelio tedesco)

 

Intervengo sul nostro Bollettino perché sono stato citato dalla pagina culturale del quotidiano La Nazione, in un articolo che spiega: Ecco perché l’affresco è di Paolo Uccello (domenica 10 giugno 2007, firmato Roberto Manescalchi in collaborazione con Alessandro del Meglio) e ne sarei veramente felice se si potesse provare con date e documenti, che del grande pittore del Quattrocento, sono le due lunette dell’Annunciazione in terra verde, che da quattro secoli si trovano sulla rampa di scale che un tempo conduceva al piano superiore del secondo chiostro (vedi scheda nella pagina a sinistra).

Ma ... gli argomenti e le deduzioni dell’autore non mi convincono; quindi nessuna scoperta ... nessun ritrovamento tra calcinacci - nessuna trascuratezza da parte dei frati: la discussa presenza dell’affresco è affidata ad almeno un mio articolo negli Studi Storici OSM del 1959: E. Casalini, Maestro Stefano d’Antonio e il secondo chiostro della SS. Annunziata di Firenze.

Proprio per questo motivo, dato che si annunzia un prossimo libro dal titolo Paolo Uccello, un affresco dimenticato? ho pensato di raccogliere sul Bollettino alcune affermazioni errate riportate negli articoli de La Nazione (4 e 10 giugno), e di presentare sempre sulla nostra rivista una scheda che riassuma la visione del luogo in cui si trovano le due lunette.

E venendo subito ad una di queste affermazioni errate, quella che mi chiama in causa per l’attribuzione delle due lunette di terra verde, dirò che ancora sono per il nome del pittore Giovanni di Cornelio tedesco, di cui a tutt’oggi non conosco l’identità, ma del quale la testimonianza di quest’unica sua opera, e cioè l’Annunciazione sulla scala, è evidente per tutti.

La notizia non dipende da un documento non meglio precisato, come si afferma, ma da un documento già da me riportato in nota nello studio su Stefano d’Antonio. Va quindi da sé dedurre che per me l’autore delle lunette non corrisponde a Paolo Uccello (1397-1475), e quanto ho detto sul pittore Giovanni todescho, non è generico né inventato; ecco il testo nel registro del convento oggi all’Archivio di Stato (119, vol. 197, f. 153), e il commento riportati nel mio studio:

Giovanni di Cornelio todescho dipintore de’ dare [deve ricevere] adì vj di settembre 1480, lire otto s. xv per lavoro di dipintura nel chiostro, à ffatto qui in chasa (il grassetto è mio). Per pura curiosità ricordiamo che un’Annunciazione in terra verde è affrescata in due lunette della scala che conduce al lato nord del secondo Chiostro. Essa risale al secolo XV, ma l’autore è ignoto.

Trascrivo anche il secondo ricordo relativo al pittore, da me non riportato nello studio del 1959:

E a dì xxiij detto ff. tre l. e l. quattro paghamo per lui a uno Francesco el Soldano, furono per uno catalano paghonazzo [mantello di lana viola scuro] ch’el detto Giovanni comperò: portò detto Francesco el Soldano ... l. 21 s. 14.

Dunque è generico il nome e difficile l’attribuzione? Abbiamo la data in cui l’opera è stata eseguita e pagata dal convento, e sappiamo dove si trova il luogo preciso in cui ancora oggi la vediamo: nel recinto del chiostro secondo, ma in casa (come allora era detto il convento).

Altro argomento è quello della gratitudine. Paolo Uccello bambino, fu ospitato dai religiosi quand’era a bottega dal Ghiberti ... (La Nazione, 4 giugno). Con lui c’era anche Michelozzo (1396-1472), l’architetto che presiedette a tutti i lavori murari tra il 1444 e il 1455 che si svolsero all’Annunziata. Trascorsi una quindicina d’anni - opina il nostro autore - [Paolo Uccello] decise di realizzare l’affresco [le lunette] come ringraziamento per l’ospitalità ricevuta in passato. Un’opera giovanile quindi ...

Niente da eccepire sui buoni sentimenti di Paolo Uccello. Ma l’opera - ci dice il documento dell’Archivio di Stato - fu fatta e pagata nel 1480. Allora l’argomento della gratitudine non regge davanti al documento ... come non reggono gli elementi indicati come appartenenti alla maniera di Paolo Uccello e riportati come indice del personale dettato dell’artista affidato alle due lunette di terra verde. In ogni modo esco dalla chiamata testimonianza di appoggiare la tesi di Paolo Uccello e invito gli studiosi a ricercare notizie sulla sfuggente personalità - ma concreta - di Giovanni di Cornelio tedesco, intorno al 1480.

p. Eugenio M. Casalini, osm

 

Il secondo chiostro dell'Annunziata e la scala del dormitorio.

Il Secondo Chiostro. Nel 1322 il secondo chiostro esisteva in forma semplice e incipiente; nel 1326 vi si fece un portico con parapetto murato, colonne di legno e tetto a travicelli; nel 1331 vi si aggiunse un secondo portico a lato e nel 1335 un terzo. In breve fu completato quadrato con sedili, pozzo e passaggio al primo chiostro.

Nel 1371 il chiostro venne rifatto tutto a volta, a due piani con due ordini di colonne di pietra con capitelli. Nel ‘400 furono sistemati gli ambienti adiacenti e nel 1480 dipinti tre archi dal pittore Stefano d’Antonio di Vanni ...

 

Le scale per il dormitorio. Nel 1335 esisteva una piccola scala di pietra di 38 scalini larghi un braccio a tre branche. Poiché era insufficiente, una cinquantina d’anni dopo ne fu fatta una dal muratore Carletti di Fiesole, detto Lacciolo, con 45 scalini ciascuno di tre braccia, la volta pitturata, parapetti, cornici, davanzali, verone e tre grandi finestre lavorate tutte in pietra, e con tre pine a decoro. Questa scala - scrive il p. Taucci - è ancora presente con la porta inferiore nel Chiostro e la prima branca. L’altra branca fu spostata nel 1463 quando si rialzò d’un piano il dormitorio. La scala fu aumentata e sistemata pressappoco come è oggi.

Nel registro dell’ASF, 119, 690, f. 107r, al gennaio 1463 troviamo: A opere del dormetorio l. tredici e s. dodici sono per braccia venti uno e mezzo di schaglioni a s. tredici el braccio comperamo pella schala nuova si fa per andare nel dormetorio nuovo, pagamo a Zanobi d’Antonio scharpellatore ... e per sua poliza portò Antonio suo figliolo ...

[notizie raccolte da Paola Ircani Menichini all'Archivio di Stato di Firenze].

 

Bibliografia: Raffaele M. Taucci, osm, La chiesa e il convento della SS. Annunziata di Firenze e i loro ampliamenti fino alla metà del secolo XV, «Studi Storici osm», 1942; Eugenio M. Casalini, osm, Maestro Stefano ..., cit. a p. 5.