Intervengo sul nostro Bollettino perché sono stato citato dalla pagina culturale del quotidiano La Nazione, in
un articolo che spiega: Ecco perché l’affresco è di Paolo Uccello (domenica 10 giugno 2007, firmato Roberto Manescalchi in collaborazione con Alessandro del Meglio) e ne sarei veramente felice se si potesse provare con
date e documenti, che del grande pittore del Quattrocento, sono le due lunette
dell’Annunciazione in terra verde, che da quattro secoli si trovano sulla
rampa di scale che un tempo conduceva al piano superiore
del secondo chiostro (vedi scheda nella pagina a sinistra).
Ma ... gli argomenti e le
deduzioni dell’autore non mi convincono; quindi nessuna
scoperta ... nessun ritrovamento tra calcinacci - nessuna trascuratezza
da parte dei frati: la discussa presenza dell’affresco è affidata ad almeno
un mio articolo negli Studi Storici OSM del 1959: E. Casalini, Maestro
Stefano d’Antonio e il secondo
chiostro della SS. Annunziata di Firenze.
Proprio per questo motivo, dato
che si annunzia un prossimo libro dal titolo Paolo Uccello, un affresco
dimenticato? ho pensato di raccogliere sul Bollettino alcune affermazioni
errate riportate negli articoli de La Nazione (4 e 10 giugno), e di presentare
sempre sulla nostra rivista una scheda che riassuma la visione del luogo in cui
si trovano le due lunette.
E venendo subito ad una di
queste affermazioni errate, quella che mi chiama in causa per l’attribuzione
delle due lunette di terra verde, dirò che ancora sono per il nome del pittore
Giovanni
di Cornelio tedesco, di cui a tutt’oggi non conosco l’identità, ma del
quale la testimonianza di quest’unica sua opera, e cioè l’Annunciazione
sulla scala, è evidente per tutti.
La notizia non dipende da un
documento non meglio precisato, come si afferma, ma da un documento già
da me riportato in nota nello studio su Stefano d’Antonio. Va quindi da sé
dedurre che per me l’autore delle lunette non corrisponde a Paolo Uccello
(1397-1475), e quanto ho detto sul pittore Giovanni todescho, non è
generico né inventato; ecco il testo nel registro del convento oggi all’Archivio
di Stato (119, vol. 197, f. 153), e il commento riportati nel mio studio:
Giovanni di Cornelio todescho
dipintore de’ dare [deve ricevere]
adì vj di settembre 1480, lire otto s. xv per lavoro di dipintura nel chiostro,
à ffatto qui in chasa (il grassetto è mio). Per
pura curiosità ricordiamo che un’Annunciazione in terra verde è affrescata
in due lunette della scala che conduce al lato nord del secondo Chiostro. Essa
risale al secolo XV, ma l’autore è ignoto.
Trascrivo anche il secondo
ricordo relativo al pittore, da me non riportato nello studio del 1959:
E a dì xxiij detto ff. tre l.
e l. quattro paghamo per lui a uno Francesco el Soldano, furono per uno catalano
paghonazzo [mantello di lana viola
scuro] ch’el detto Giovanni comperò: portò detto Francesco el Soldano ...
l. 21 s. 14.
Dunque è generico il nome e
difficile l’attribuzione? Abbiamo la data in cui l’opera è stata eseguita e
pagata dal convento, e sappiamo dove si trova il luogo preciso in cui ancora
oggi la vediamo: nel recinto del chiostro secondo, ma in casa (come
allora era detto il convento).
Altro argomento è quello della
gratitudine. Paolo Uccello bambino, fu ospitato dai religiosi quand’era
a bottega dal Ghiberti ... (La Nazione, 4 giugno). Con lui c’era anche
Michelozzo (1396-1472), l’architetto che presiedette a tutti i lavori
murari tra il 1444 e il 1455 che si svolsero all’Annunziata. Trascorsi una
quindicina d’anni - opina il nostro autore - [Paolo Uccello] decise di
realizzare l’affresco [le lunette] come
ringraziamento per l’ospitalità ricevuta in passato. Un’opera giovanile
quindi ...
Niente da eccepire sui buoni
sentimenti di Paolo Uccello. Ma l’opera - ci dice il documento dell’Archivio
di Stato - fu fatta e pagata nel 1480. Allora l’argomento della gratitudine
non regge davanti al documento ... come non reggono gli elementi indicati come
appartenenti alla maniera di Paolo Uccello e riportati come indice del personale
dettato dell’artista affidato alle due lunette di terra verde. In ogni modo
esco dalla chiamata testimonianza di appoggiare la tesi di Paolo Uccello e
invito gli studiosi a ricercare notizie sulla sfuggente personalità - ma
concreta - di Giovanni di Cornelio tedesco, intorno al 1480.
p. Eugenio M. Casalini, osm
Il
secondo chiostro dell'Annunziata e la scala del dormitorio.
Il Secondo Chiostro.
Nel
1322 il secondo chiostro esisteva in forma semplice e incipiente; nel
1326 vi si fece un portico con parapetto murato, colonne di legno e tetto a
travicelli; nel 1331 vi si aggiunse un secondo portico a lato e nel 1335 un
terzo. In breve fu completato quadrato con sedili, pozzo e passaggio al primo
chiostro.
Nel 1371 il chiostro venne rifatto tutto a volta, a due piani
con due ordini di colonne di pietra con capitelli. Nel ‘400 furono sistemati
gli ambienti adiacenti e nel 1480 dipinti tre archi dal pittore Stefano d’Antonio
di Vanni ...
Le scale per il dormitorio. Nel 1335 esisteva una piccola
scala di pietra di 38 scalini larghi un braccio a tre branche. Poiché era
insufficiente, una cinquantina d’anni dopo ne fu fatta una dal muratore
Carletti di Fiesole, detto Lacciolo, con 45 scalini ciascuno di tre braccia, la
volta pitturata, parapetti, cornici, davanzali, verone e tre grandi finestre
lavorate tutte in pietra, e con tre pine a decoro. Questa scala - scrive il p.
Taucci - è ancora presente con la porta inferiore nel Chiostro e la prima
branca. L’altra branca fu spostata nel 1463 quando si rialzò d’un piano
il dormitorio. La scala fu aumentata e sistemata pressappoco come è oggi.
Nel registro dell’ASF, 119, 690, f. 107r, al gennaio 1463
troviamo: A opere del dormetorio l. tredici e s. dodici sono per braccia
venti uno e mezzo di schaglioni a s. tredici el braccio comperamo pella schala
nuova si fa per andare nel dormetorio nuovo, pagamo a Zanobi d’Antonio
scharpellatore ... e per sua poliza portò Antonio suo figliolo ...
[notizie raccolte da
Paola Ircani Menichini all'Archivio di Stato di Firenze].
Bibliografia: Raffaele M. Taucci, osm, La chiesa e il
convento della SS. Annunziata di Firenze e i loro ampliamenti fino alla metà
del secolo XV, «Studi Storici osm», 1942; Eugenio M. Casalini, osm, Maestro
Stefano ..., cit. a p. 5.