Toscana, a preferenza, gli Statuti
delle meravigliose Corporazioni di
arti e mestieri. Essi ci dicono come
quegli antichi artigiani, senza darsi
Paha di inglesi, nel pomeriggio del
sabato cessavano concordi dal la-
voro. La diversità era soltanto nel-
l’ora. I lavoratori della quieta e ver-
de Valsàssina incominciavano il
loro riposo dopo l’ora di nona. Ec-
cone la testimonianza:
«Item istatuerunt et ordinave-
runt quod non sit aliqua persona
diete Vallis et Montium vel aliun-
de que modo aliquo audeat vel pre-
sumat in ipsa Valle et Montibus la-
borare nec aliquod laborarium fa-
cere in infrascriptis festivitatibus nec in die sabbati post horam none » (1).
F. Castelletto sulla riva destra del Ticino giù a basso del Lago Maggiore
conferma che nessuno deve lavorare «in die sabbati post nonam » (2).
Al contrario Pallanza, Intra, Vallintrasca fan suonare il riposo all’ora di
vespro: «...quod non sit aliqua, persona que debeat laborare vel laborari
facere in festivitatibus beate Marie Virginis et sanctorum Apostolorum et
beati Joanni Baptiste et in aliis festivitatibus preceptis per sanctam Ma-
trem Ecclesiam, nere in die sabbati post vesperorum pulsationern (3).
In Toscana per massima il principio del riposo è l’ora del vespro. Anco è
statuto et ordinato che ogne di di sabbato si debba per ciascun sottoposto
de la detta Arte lassare uopera a vespro » (1). Così i ‘Chiavari di Siena.
E da parte loro i calzolai ed i coiai di Volterra: « Statuto ordinato e delibe-
rato è che niuno calzolaio o coiaio e niuno loro discepolo o lavorante possa
o vero debba per niun modo il dì del sabbato dopo vespro sonato ad la chie-
sa del suo popolo e di quaresima il sabbato da ore venti in la, lavorare abbo-
tega » (2).
(1) «Corpus Statutorum Italicorum», Statuti del Lago di Como e di Lugano Valsàssina, 1343, rub.
150. La pubblicazione di questi Statuti è fatta a gruppi, secondo le influenze e le affinità che passano
fra di loro. I Comuni dell’Alta Italia, che sto citando, sono quindi così divisi:
I) Statuti del Lago di Como e di Lugano. Comprende gli Statuti dei Comuni di Aversara, Valtaleg-
gio, Dervio e Corenno, Valsàssina — Lecco, Vallassina, Campione, Valsolda, Porlezz.a ed Osteno.
2) Statuti del Lago Maggiore e della Val d’Ossola. — Comprende gli Statuti dei Comuni di Castel-
letto Ticinese, Arona, Invorio inferiore, Paruzzaro, Montrefiasco, Vergante, Lesa, Meina, Intra, Pal-
lanza, Vallintrasca. — Oltre che per motivo etnico, lo notiamo per una maggior brevità di citazione.
Peccato che la guerra abbia sospesa la pubblicazione di questi Statuti italici, tanto utile agli stu-
diosi. (2) Corp. Stat. It. — Castelletto Ticinese, 134o, rubrica 31.
(3) C. S. I. — Intra, Pallanza, Vallintrasca, 1393, rub. 50.
(1) Collezione Opere inedite o rare — Bologna, Romagnoli. Vol. — Statuto dei Chiavàri di Siena,
13231402, rub. 19.
(2) Volterra, Arch. Comunale. Statuto dell’Arte della calzoleria, coieria, beccheria, 1420, rub. 3. —
Ecco canne incominciano questi Statuti, dopo la consueta introduzione: « In primo statuto delibera-